Innanzi tutto occorre infrangere una serie radicata di barriere concettuali e psicologiche che ci impediscono di fatto di vedere, e quindi di comprendere, noi stessi come un tutto unico.
Pensiamo un attimo a frasi come: "mi è venuto un terribile mal di testa", "ho il mal di schiena", "ho preso una storta a una caviglia" e tante altre simili.
Che cosa indicano? che io acquisisco un qualcosa che prima non c'era ed ora c'è: un male di testa, una distorsione, un dolore.
Ma lo acquisisco come qualcosa estraneo a me, come un orologio o una cintura.
Se lo avessi visto come una "variazione di me stesso" avrei detto: "ho la testa dolente", "la mia schiena è dolorante", "la mia caviglia si è distorta", esattamente come direi "ho il cuore a pezzi", "ho l'animo turbato", "ho la mente confusa".
Acquisisco qualcosa di nuovo perché non sono cosciente del mio corpo se non quando mi fa male, quando ha un problema.
Non vivo il mio corpo, non lo sento, non me lo godo, è come se non facesse parte di me: come non mi accorgo di un paio di scarpe finché non mi fanno male.
Se ci rendiamo conto che noi siamo "anche" il nostro corpo, forse, possiamo vivere con una marcia in più, perché il corpo parla, comunica e, normalmente dice cose estremamente sagge per condurci sulla via della felicità e del benessere.
Noi siamo l’unione del corpo con la mente e lo spirito.
Lo spirito è la nostra forza interiore, la nostra guida, la nostra intelligenza superiore: come dicono gli esoteristi "è Dio dentro di noi".
Dal greco en-theos "avere Dio dentro" viene la nostra parola entusiasmo.
La mente può essere a sua volta distinta in due parti: subconscio (la nostra banca dati) e conscio (intelligenza creativa e razionale).
In realtà c’è anche un’altra parte, del tutto inconscia, che contiene tutti i programmi base di funzionamento del corpo, tutto ciò che serve per farlo funzionare, vivere e riprodursi.
La maggior parte dei programmi contenuti in questa parte vengono eseguiti autonomamente senza un intervento cosciente: ad esempio far battere il cuore, respirare, digerire.
Alcuni programmi, però, vengono inseriti in azioni volontarie: respirare è un atto automatico, di cui non mi rendo conto, ma posso modificare il mio respiro volontariamente. Camminare è un atto volontario: io decido di camminare, a che velocità e in che direzione, ma tutto il resto dell’azione, quindi l’esecuzione reale dell’azione decisa, è inconscia, ed anche il mantenimento dell’equilibrio durante la camminata è del tutto inconscio ed automatico.
Quando il corpo cambia anche la mente cambia e viceversa: quando sono ammalato la mia visione della vita è più pessimistica, quando sono sottoposto a tensioni emotive più facilmente il mio corpo accuserà dolori e disturbi (colite, asma, gastrite, palpitazioni cardiache ...).
Così come la guarigione mi ridà nuova voglia di vivere e di fare, e l'eliminazione degli stress fa scomparire i disturbi fisici.
Corpo e mente sono i due aspetti diversi di una stessa unità, che perciò vivranno le stesse esperienze e le memorizzeranno, in modo diverso, per usarle come base delle reazioni future: il nostro comportamento corporeo è perciò basato sulle nostre esperienze emozionali passate esattamente come il nostro comportamento psicologico ed intellettuale.
Perciò ogni trattamento, ogni cambiamento, ogni cura in una parte del nostro IO INTEGRATO presuppone, pretende e permette un trattamento, un cambiamento ed una cura in tutte e tre le parti che ci compongono.
A questi cambiamenti si oppone un nostro schema di comportamento molto potente che tende a conservare lo stato attuale e che ci induce a comportamenti di cambiamento apparente, ma di conservazione reale.
Per esempio quante volte si sentono dire frasi del tipo: "Dopo quel mal di schiena ho cominciato a fare sport per muovermi un po’: faccio del tennis perché sono molto portato."
Forse quel mal di schiena era dovuto ad una lieve rotazione dei corpi vertebrali dovuta ad un uso quasi esclusivo della mano destra, quindi ad una torsione del corpo sul suo asse.
Il tennis, usando esclusivamente la destra, mette in evidenza i lati positivi del corpo, ma non cura il problema, semmai lo aggrava.
Ora facciamo una piccola prova.
Mettiti in piedi ben diritto e con gli occhi chiusi, poi, senza aprire gli occhi distendi, le mani tese davanti a te.
Avvicina le mani tra loro finché i pollici sono a contatto.
Apri gli occhi senza togliere il contatto tra le mani: guarda le tue mani.
Sono parallele o una delle due è un po’ più avanti?
Quella che è più avanti è quella che usi di più: anche il tuo corpo è in lieve torsione sul suo asse, come quello del nostro amico tennista.
Prova ad usare anche l'altra parte del corpo, per esempio cambiando la disposizione degli oggetti sulla scrivania in modo da esser costretto ad usare entrambe le mani.
Quando cammini muoviti come i militari: piede avanti e mano indietro, il passo con il movimento incrociato delle mani e dei piedi è fondamentale per una corretta programmazione ed esecuzione del movimento.
Evita di avere le mani occupate, preferisci uno zainetto da portare con entrambe le spalle. Tutto quello che porti in mano o su una spalla sola blocca il movimento incrociato: prima o poi causa dolori alle spalle o lombari.