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L'Uomo cibernetico
 
 
 

Credere alla medicina sarebbe la follia
suprema, se non crederle non fosse una
follia ancora maggiore, perché da quel
mucchio di errori a poco a poco è
venuta fuori qualche verità.

Marcel Proust
(Alla ricerca del tempo perduto)

 

Scopo di questi appunti è di fornire una trattazione più semplice e completa possibile sull'origine e sulle possibili terapie di tutta una serie di patologie estremamente comuni, e spesso anche molto invalidanti, che raramente il medico riesce a curare.

Si tratta di molte forme di dolori lombari, articolari e muscolari vari, mestruali, cefalee, vertigini, e ancora torcicollo, colpo della strega, talloniti ....

Questi dolori, in particolare le lombalgie e le cervico brachialgie, sebbene siano raramente drammatici, e mai mortali, sono però tanto diffusi da interessare l'80% della popolazione adulta, soprattutto nella fascia di età che va dai 30 ai 60 anni.

Può sembrare strano, ma non ostante tale diffusione, la medicina "ufficiale" non è ancora riuscita ad accertare l'origine di questi disturbi, attribuendone la causa di volta in volta ai fattori più diversi, ed incolpando della sintomatologia quelli che possono essere considerati sintomi correlati: scoliosi, piccole dislocazioni vertebrali, accentuazione o riduzione delle curve fisiologiche della colonna vertebrale, protrusioni ed ernie discali ...

Allora proviamo a guardare il problema da una diversa angolazione.

 

Il nostro corpo è formato da una struttura di sostegno, costituita dalle ossa e dalle articolazioni, da una struttura di movimento, data dai muscoli, da un centro di controllo, il Sistema Nervoso, da una serie di generatori di energia e di meccanismi di autodiagnosi e manutenzione.

Se tutto funziona correttamente non compare alcun problema, ma se anche uno solo dei sistemi entra in crisi, piano piano, magari dopo anni, compaiono dei segni di cedimento di tutto l'organismo.

Ma i primi segnali del problema compaiono subito, anche se sono tanto sottili che solo un occhio molto allenato riesce a leggerli.

Noi utilizzeremo proprio i segni piccoli e grandi, dati dalle disfunzioni nella statica e nella dinamica, per sapere quel che succede dentro al corpo.

Il movimento del corpo è dato dalla contrazione dei muscoli che obbediscono a precisi programmi del Sistema Nervoso.

Il nostro corpo, come quello di tutti i vertebrati, ha due sistemi muscolari: quello dei muscoli lisci e quello dei muscoli striati. La definizione di muscoli lisci o striati deriva dall'aspetto microscopico che questi tessuti hanno: infatti i muscoli striati appaiono composti da una serie di fasce più chiare e più scure alternate, gli altri non hanno questo aspetto variegato.

Il primo sistema muscolare, quello dei muscoli lisci, ha un uso interno, serve infatti per i movimenti viscerali ed è del tutto involontario. E’ innervato dal Sistema Nervoso Autonomo ed ha un funzionamento del tutto automatico.

Il sistema muscolare striato è quello che muove l'apparato muscolo scheletrico, cioè che ci fa muovere, ed è controllato dalla volontà pur mantenendo l'esecuzione dei singoli programmi sotto il controllo di centri sottocorticali o spinali, quindi involontari.

Lo studio della postura si occupa proprio del funzionamento di questo sistema cervello-muscoli-scheletro.

Tutti noi abbiamo la capacità di controllare le nostre azioni in modo più o meno consapevole, verificandone lo svolgimento, correggendole, fermandole, cambiandole.

Siamo capaci cioè di autocorreggerci e di autocomandarci: siamo entità cibernetiche.

I meccanismi cerebrali di autogoverno e di autocontrollo, in grado di decidere e di portare avanti una azione o di inibirla, compiono ad ogni istante una selezione di tutte le azioni possibili escludendo quelle in contrasto con i programmi o con le possibilità dell'organismo (vere o presunte).

Quindi si ha una eliminazione della casualità ed una limitazione della scelta (sia nei programmi che nei mezzi) in base a vincoli molto precisi, che possono essere per esempio dati dalla struttura dell'organismo (vengono esclusi movimenti che esulino dalla gamma dei movimenti articolari atraumatici) o dell'ambiente (non facciamo i movimenti del nuoto con le braccia, quando camminiamo per strada, ma ci viene spontaneo accennarli quando camminiamo nell'erba alta, che ci ricorda l'acqua).

Altre limitazioni sono date da schemi neuromuscolari specifici, cioè schemi di comportamento consci, cioè volontari, o schemi aspecifici, cioè inconsci, riflessi, istintivi e specie specifici.

Gli schemi aspecifici sono applicati più o meno autonomamente dal SNC ogni volta che ricorrano certe condizioni, anche se l'azione risulta inutile in quel contesto.

Per esempio è uno schema specifico guardare una persona che si conosce e mandarle un messaggio di riconoscimento con la voce.

Lo schema aspecifico, inconscio, consiste nel leggero ammiccamento che è un messaggio di riconoscimento specie specifico e che compiamo sempre, senza accorgercene, quando incontriamo una persona nota o, semplicemente vediamo una persona che ci piace, anche se non la conosciamo.

E’ il risultato dell'applicazione, da parte del cervello, di uno schema innato, presente in tutti, insieme a tanti altri schemi, pronti per essere usati rapidamente quando l'occasione si presenta, per facilitarci la vita di relazione.

Il controllo della situazione avviene, da parte del SNC, per mezzo delle informazioni che arrivano dagli organi di senso di cui siamo dotati (messaggi afferenti) e che ci collegano con l'esterno (vista, udito, tatto, olfatto, gusto, equilibrio e, secondo alcuni, "sensori del magnetismo", non ancora individuati).

Altri messaggi arrivano al SNC dal nostro corpo (sensibilità cenestesica: fame, pressione arteriosa, sonno, eccitazione etc) o dagli organi di movimento (sensibilità pallestesica: sto fermo, mi muovo, il mio braccio è flesso, ho il peso tutto sul piede destro etc.)

Le informazioni che il cervello riceve, sia inibenti (retroazione o feedback), sia eccitanti (feedforward) sono sempre più numerose del necessario. E’ il fenomeno della ridondanza delle afferenze, per cui una azione può continuare anche in carenza di molte informazioni.

Per esempio io sto camminando in una stanza illuminata da una lampada, controllo con la vista i miei movimenti e dirigo i miei passi. Se va improvvisamente via la luce posso continuare tranquillamente a camminare senza problemi, purché abbia memorizzato il percorso.

Possiamo perciò considerare il nostro modo di agire come un confronto continuo tra le immagini psichiche, costruite dal nostro cervello, di ciò che sta per avvenire, e quella di ciò che è in corso, fornita dai sensi.

Abbiamo così la possibilità di modificare l'azione in corso per adeguarla a ciò che vorremmo fosse o viceversa possiamo modificare l'immagine psichica di ciò che dovrà essere per adeguarla alla realtà.

Quindi operiamo per schemi.

Ciò vuol dire che, se non siamo disturbati da afferenze particolari, cioè se, riprendendo l'esempio precedente del pasto, se nessuno ti disturba osservandoti mentre mangi, tu spezzerai il pane e lo porterai alla bocca sempre nello stesso modo.

Cambierai i tuoi schemi il giorno in cui qualcuno, o qualcosa, ti insegnerà un modo migliore per spezzare il pane.

Questa complessa funzione di autogoverno, di autocontrollo e di apprendimento continuo di schemi nuovi inizia con la nascita e continua tutta la vita, permettendo una continua adattabilità all'ambiente ed alle circostanze.

La maggiore efficienza di un individuo rispetto ad un altro, spesso, non è una questione qualitativa, ma quantitativa: tra due nuotatori nuoterà meglio chi saprà selezionare solo gli schemi necessari al nuoto eliminando quelli parassiti o ridondanti.

Tra due studenti apparirà più intelligente quello che saprà costruire più rapidamente le sue immagini psichiche, che non quello che si lascerà distrarre dalle afferenze ridondanti, cioè inutili.

Non posso calcolare rapidamente la radice quadrata di 169 se sono preoccupato per il compito di latino o ascolto la voce di due che litigano per strada.

A proposito, sei riuscito a calcolare, mentre leggevi, la radice quadrata di 169?

Nooo? È 13.

Per molte persone, però, questo processo di crescita e di adeguamento continuo si arresta ad una certa età o in seguito a traumi particolari, fino al riemergere di condotte tipiche di fasi di sviluppo precedenti (per esempio la comparsa di movimenti automatici di suzione della lingua in traumi emotivi violenti).

Oppure quando si inseriscono negli schemi errori in grado di alterare il passaggio da uno schema all'altro.

Errori in questo complesso meccanismo cibernetico possono essere immessi sia in fase di elaborazione dei dati provenienti dall'esterno, sia nella costruzione delle immagini psichiche, sia nell'applicazione degli schemi funzionali.

Un errore nell'elaborazione dei dati è il mal d'auto che interviene se io leggo un libro (orizzonte visivo fermo) mentre sono in auto (orizzonte vestibolare in movimento).

Un esempio di errore nella costruzione delle immagini psichiche è dato dal caso del traumatizzato che, sapendo (inconsciamente) che determinati movimenti causano dolore, impara a costruire immagini psichiche di azioni prive di quel movimento.

Diviene perciò incapace di compiere quel movimento, a volte per tutta la vita, altre finché il caso o un fisioterapista non reinseriscano quello schema di movimento tra quelli possibili.

A volte è questo il caso di certe guarigioni "miracolose" o di certe "paralisi" sine causa.

Errori nella applicazione degli schemi si hanno per esempio quando si chiede ad una persona di voltarsi a destra e quella si volta a sinistra.

Un funzionamento non sufficientemente corretto nei meccanismi di controllo o nei recettori porta ad una rappresentazione incongruente negli schemi d'azione: si può percepire come giusta una azione sbagliata e viceversa, o ci si rappresenta una immagine psichica e si compie una azione diversa.

Per esempio: il tuo pasto.

La tua immagine psichica è di portare alla bocca il pane spezzato per mangiarlo.

Se hai una immagine precisa e coincidente con le necessità effettive fletterai l'avambraccio sul braccio ed eseguirai una leggera torsione del polso per avvicinare le dita alle labbra.

Lavorerai cioè con i muscoli periferici, capaci di più fini movimenti con minore lavoro.

Se la tua immagine psichica è incongruente contrarrai i muscoli della spalla, portando il gomito all'altezza della bocca e spingendo la mano contro le labbra: è un movimento complesso, brutto da vedersi, costoso energeticamente e che non consente il controllo fine del movimento e della coordinazione dita-labbra.

Altre volte infine, e ciò accade molto spesso, l'errore è dovuto ad una incompleta elaborazione dei programmi di azione.

Ritorniamo al tuo caso: hai sollevato la spalla ed il gomito per portare il pane alla bocca, poi la forza di gravità ha riportato in giù il gomito, che è pesante. Ma tu hai dimenticato di far rilasciare i muscoli che sollevano la spalla (trapezio superiore) e questa rimane sollevata.

Boccone dopo boccone, gesto dopo gesto, la tua spalla destra resta più alta, come se fosse legata all'orecchio.

Per tutta la vita, perché ti sei scordato di completare un programma.

Forse ogni tanto hai tensione o dolore al collo, dietro l'orecchio, e non sai perché.

Bene allora ora siediti diritto, senza appoggiare i gomiti.

Sei pronto?

Prova a chiedere alla tua spalla destra, o a tutte e due, di cadere giù, come se fossero molto pesanti, lasciale libere.

Non aver paura: sono bene attaccate e non cadranno neanche se le lascerai cadere.

Che cosa è accaduto? Sono scese?

Bene!

Sono scese, ma hai dovuto spingerle giù? E devi ancora tenerle giu? Smetti di sforzarti, lasciale perdere.

Chiudi gli occhi ed immagina che le tue spalle stiano scendendo da sole, le senti rilassarsi e scendere, dolcemente. Resta in questa immagine, in questa sensazione per qualche momento.

Ora apri gli occhi e prova a lasciare libere le spalle.

Le hai sentite cadere giù?

Perfetto.

Ricorda di inserire il programma "chiudi l’azione" ogni volta che afferri un oggetto, ogni volta che fai qualcosa: poi rilassa i tuoi muscoli.

 


By Centro Informatica