La medicina funzionale è stata strutturata organicamente dal dr H. Schimmel sulla base di osservazioni empiriche di varia provenienza raccolte sin dalla fine dell'800 nell'ambito di una visione integrata della medicina, unite alla visione delle relazioni tra gli organi proprie della Medicina tradizionale Cinese.
A differenza della medicina accademica, che si interessa delle malattie, la medicina funzionale pone l'accento principalmente sulla funzione o sulla disfunzione degli organi e degli apparati, cioè i sistemi di organi preposti ad una particolare funzione.
Il disturbo funzionale, o disfunzione, può comparire sia con alterazioni morfologiche o biochimiche, quindi evidenziabile anche da parte della diagnostica accademica, sia senza alcuna alterazione evidente.
D'altro canto una alterazione morfologica dell'organo non implica necessariamente una disfunzione.
Da un punto di vista clinico quindi abbiamo tre quadi possibili:
- c'è una alterazione funzionale senza alterazioni morfologiche o biochimiche: il quadro clinico del paziente non giustifica la sua sintomatologia;
- c'è una alterazione funzionale ed una alterazione morfologica e/O biochimica: il quadro clinico del paziente giustifica la sintomatolgia;
- c'è una alterazione del quadro morfologico e/o biochimico senza alterazione funzionale evidente: la patologia è un reperto occasionale.
Alla base della medicina funzionale c'è sempre una osservazione dei fenomeni fisio-patologici visti in funzione delle correlazioni biochimiche e funzionali, non solo a livello d'organo, ma anche a livello molecolare (cicli metabolici, alterazioni enzimatiche, processi ossidoriduttivi etc.).
Sulla scorta di questi reperti si costruisce un modello patogenetico che tiene in considerazione il fatto che non può esistere una disfunzione di un organo senza riflessi su altri orani ed apparati.
Quindi si crea uno schema che mette in evidenza:
- l'agente eziologico
- l'organo bersaglio
- gli organi secondariamente coinvolti.
Per fare un esempio:
Un paziente si presenta con una crisi di tachicardia ed aritmia, senso di oppressione toracica e dolore retrosternale.
L'ECG non mostra alterazioni significative tranne l'aritmia e le prove da sforzo sono normali.
Normali anche gli esami di laboratorio.
PA diastolica lieventente oltre la norma.
Una anamnesi accurata rivela una pregressa gastrite, curata con inibitori della pompa protonica. Attualmente solo un pò di pirosi post prandiale, frequenti eruttazioni e, ogni tanto, episodi di singhiozzo.
Diagnosi: gastrite con reflusso gastro esofageo che causa riflessi vagali che sono all'origine sia degli episodi di tachi-aritmia sia di quelli di singhizzo.
Esami richiesti: titolazione IgG ed IgM anti Helicobacter Pylori.
Terapia d'urgenza: Plasil e.v.
Lo stomaco era l'organo bersaglio, la gastrite l'agente eziologico (H.P.) ed il cuore l'organo secondariamente coinvolto.
Questo è solo un esempio molto banale, e molto frequente, di come possa non esserci corrispondenza tra le richieste del paziente e le risposte del medico.
Ma c'è una correlazione funzionale diretta, appunto.
Per schematizzare queste relazioni di interdipendenza tra i vari organi il dr Schimmel ha costruito una serie di schemi mnemonici: le Catene Causali.