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"La Salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste soltanto in un'assenza di malattia o di infermità".
firmato: Organizzazione Mondiale della Sanità



Può sembrare strano che, non ostante la precisa definizione data dalla maggiore organizzazione del mondo che si interessa di medicina e di salute, i medici, ma possiamo dire "la medicina", si interessino solo delle malattie ed in particolare dei sintomi che le malattie danno al paziente.

Ogni sintomo è classificato e, se possibile attribuito ad una o più malattie.
Ogni malattia ha una o più cure, farmacologiche, chirurgiche o fisiche, così come ogni sintomo orfano di malattia.

Anche i sintomi di disagio psicologico hanno la loro brava terapia: benzodiazepine, inibitori di qualcosa, stimolatori di qualcos'altro.

Il vecchio medico di famiglia sapeva tutto di noi, dei nostri nonni o dei nostri genitori: conosceva le nostre abitudini, i nostri difetti, i nostri problemi di convivenza o di sopravvivenza, le nostre condizioni di vita e di lavoro.

Il nostro "medico di base" probabilmente non sa neanche dove viviamo, con chi e come.
Men che mai lo psicologo da cui ci invia quando "sospetta" una depressione o un'ansia.

Che fine ha fatto la definizione dell'OMS?
Eppure è la stessa definizione data alla salute dalla vecchia medicina, quella del medico condotto di un tempo, quella degli omeopati, quella della Medicina Tradizionale Cinese, quella di tutti coloro che a vario titolo si sono interessati di salute, e non solo di malattia.

Ecco, forse è proprio questa la chiave di lettura.
Il medico, per curare la malattia, tras-cura l'uomo, cioè passa oltre, tralascia la cura dell'uomo "individuo", per interessarsi solo di un suo stato contingente.

Forse l'industria del farmaco non ha alcun interesse verso chi sta bene, o meglio a farci star bene, ed è noto che le ricerche in campo medico sono spesso sponsorizzate dall'industria farmaceutica e finalizzate alla dimostrazione dell'efficacia di un farmaco nell'eliminazione di determinati sintomi.

Forse l'università ritiene che ampliare la visione del medico dalla malattia al benessere, cioè all'uomo e ai suoi rapporti sociali sia una cosa difficilmente gestibile.

Forse certi studi di psicologia spicciola e di rapporti umani, familiari e lavorativi, sono riservati "in esclusiva" ad altre facoltà che vi trovano la loro causa di vita: non gliele puoi togliere.

Forse prescrivere una scatoletta di pillole, a totale carico SSN, se possibile, è meno coinvolgente emotivamente che non entrare nella vita di una persona.
E non di una persona qualunque, ma di una persona che sta soffrendo e che si è rivolta a te per avere un aiuto.

Forse.


By Centro Informatica