Il mantenimento dell'equilibrio è una attività motoria fondamentale per l'autonomia dell'individuo.
Gli studi in materia sono cominciato fin dall'antichità, ma solo con l'avvento di strumentazioni elettroniche siamo stati in grado di cominciare a comprendere i meccanismi che sottendono a questo complicato e meraviglioso meccanismo.
Il termine “postura” proviene dal Latino “positura” che significa posizione, derivato a sua volta da pònere, porre, sistemare; quindi, etimologicamente, i termini postura e posizione sono sinonimi.
Nel linguaggio corrente, diciamo che una persona ha una buona postura, se ha una “posizione” eretta che rispetta la verticale.
In realtà i due termini hanno significati diversi ed indipendenti: un soggetto può assumere una cattiva postura pur avendo una buona posizione.
La postura, infatti, riguarda il modo con cui si assume una data posizione, posizione che può essere buona o cattiva.
Vedi figura tratta da: Vittorio Brizzi - Edoardo Ferraro, MANUALE DI TIRO CON L'ARCO
“La posizione concerne la localizzazione e la configurazione delle diverse parti del corpo. La postura riguarda, invece, l’uso che si fa di tutta la persona per assumere e mantenere questa o quella posizione. […] La postura esprime il modo in cui viene eseguito qualsiasi movimento, includendo la motivazione, il senso, la modalità dell’esecuzione, proprio nel momento in cui lo si effettua.Il termine postura va quindi usato per indicare il legame esistente tra l’intenzione e l’esecuzione di un movimento, il modo in cui le diverse parti del corpo sono correlate nel conseguire un cambiamento o mantenere uno stato.” (Moshe Feldenkrais, “Il metodo Feldenkrais. Conoscere se stessi…”, pag. 72.)
Quindi, non è lo “stare dritti" l'indice di una buona o cattiva postura, ma il “come si sta dritti".
Per postura, infatti, si intendono l'integrazione e la sinergia con cui le varie parti del corpo, inteso nel suo insieme psico-fisico, concorrono all’attuazione di qualsiasi movimento o gesto; quanto maggiore è questa sinergia, tanto più gesti e movimenti saranno fluidi, coordinati, naturali ed "economici".
Una "cattiva postura" può permettere di compiere lo stesso gesto o di assumente la stessa posizione spaziale, ma con maggiori tensioni e maggior dispendio energetico.
L'esecuzione di un movimento o il mantenimento di una postura sono determinati dal Sistema Nervoso Centrale in base a due diversi "quadri di riferimento": uno specie specifico, che è il cosiddetto "Schema Corporeo", che è uguale per tutti gli uomini, ed uno personale, che è la cosiddetta "Immagine Corporea", che è come io mi vedo.
“Lo schema corporeo identifica l’individuo quale rappresentante dello spazio, indipendentemente dal luogo, dall’epoca, o dalle condizioni in cui egli vive. Lo schema corporeo è l’interprete attivo o passivo dell’immagine del corpo […]; lo schema corporeo è teoricamente il medesimo per tutti gli individui della specie umana, l’immagine del corpo, invece, è propria di ciascuna persona: è legata al soggetto e alla sua storia […] L’immagine del corpo è la sintesi vivente delle nostre esperienze emozionali. […] Grazie all’immagine del corpo, sostenuta dal nostro schema corporeo (e a questo collegata), possiamo entrare in comunicazione con gli altri.” (F. Dolto: “L’immagine inconscia del corpo”, Milano, Bompiani, 2001, p. 36.)