Stimare vuol dire valutare, sia in senso venale, cioè determinare un valore, sia in senso metaforico di giudicare, avere un'opinione su qualcosa o su qualcuno.
Autostima vuol dire valutare se stessi.
Questa valutazione l'abbiamo costruita nel tempo, fin da piccoli, in base a quel che sentivamo e percepivamo in famiglia, a scuola, tra i compagni.
Ma non è una valutazione esatta e corretta, perché non è basata su dati oggettivi, cioè non è basata sulla realtà, ma sull'interpretazione che noi abbiamo dato a ciò che è successo.
Se da piccolo ho disegnato con i pennarelli sul muro della camera e la mamma mi ha detto che sono un bambino cattivo e stupido, io ho registrato di essere cattivo e stupido, mentre la mamma avrebbe voluto dire solo che avevo fatto una cosa stupida che l'aveva fatta inquietare.
Quindi l'autostima è una valutazione del tutto soggettiva di se stessi, che difficilmente corrisponde a quello che gli altri pensano di noi.
Considerando l'abitudine corrente di genitori ed insegnanti di criticare molto e lodare poco, (se no si monta la testa!), la valutazione che facciamo di noi stessi è quasi sempre peggiore di quella che fanno gli altri.
L'autostima non è perciò una cosa statica, ma un processo dinamico di relazione con il mondo: quando riusciamo nei nostri impegni, quando veniamo lodati o premiati, sale, quando falliamo o veniamo rimproverati o puniti, scende.
D'altra parte la possibilità di riuscire a raggiungere i nostri obiettivi è direttamente proporzionale alla stima che abbiamo di noi stessi. Come diceva Henry Ford: "Che tu pensi di farcela o di non farcela, avrai comunque ragione."
Quindi possiamo considerare l'autostima formata da tre componenti interconnesse:
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Amore di se stessi: quanto mi amo e mi accetto, con i miei pregi ed i miei difetti. Accettandomi come sono posso vedere i miei difetti e migliorare.
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Immagine di sé: più è positiva più mi sento a mio agio con gli altri, ho meno paure, meno bisogno di "nascondere i miei difetti", meno vergogne, sono più aperto ai contatti e mi sento accettato.
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Fiducia in se stessi: significa esser convinti di riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti. Maggiore è la fiducia in se stessi e maggiore è la perseveranza nel realizzare i propri sogni e la forza nel rispondere alle sfide della vita.
Quindi la nostra valutazione della vita e del mondo viene fatta, inconsciamente, prendendo come riferimento il valore che diamo a noi stessi. Maggiore è il nostro valore più piccoli ci sembrano gli ostacoli, più vicine le mete, più raggiungibili gli obiettivi. Un insuccesso è una occasione per imparare e ripartire con maggiore forza.
Se la stima in noi stessi è poca tutto diventa difficile, tutto il mondo ci è ostile, tutti sono più bravi e più forti di noi. Un insuccesso è un fallimento irrimediabile.
Quindi la stima che abbiamo in noi stessi determina i risultati che otteniamo in tutti i campi della vita: da quello familiare a quello lavorativo.
Se la nostra autostima è alta la vita ci sembra più felice, le emozioni più belle, siamo più propensi a godere le gioie della vita e a cercarne di nuove, superiamo più facilmente i momenti difficili e non ci scoraggiamo.
Più è bassa la nostra autostima più la vita è dura e dolorosa, non c'è nulla che riesca a darci gioia ed abbiamo paura anche delle emozioni più belle, perfino dell'amore, (tutto finisce nella vita!), in queste condizioni è facile cadere nell'ansia e nella depressione.
Poichéi risultati che otteniamo nella vita sono direttamente proporzionali alla nostra autostima è bene imparare ad alimentarla facendo tacere sul nascere tutte le critiche che noi stessi ci facciamo: "io ci provo, ma tanto va a finire male", "ma ti pare che con tanta gente che c'è, lo danno proprio a me!", "figurati se ci riesco, con la crisi che c'è in giro!"
Ti sei mai detto qualcosa di simile?
Allora datti da fare: tu vali sicuramente di più di quel che pensi. Non è possibile che tu valga così poco.
Per prima cosa riprenditi il tuo potere.
Chi ha poca stima in se stesso tende a delegare le responsabilità agli altri.
Poco importa se gli altri sono i genitori, il capufficio, i colleghi, il marito o il destino.
Ed ogni volta che deleghi, rinunci al tuo potere e gli altri se lo prendono. Così facendo invadono il tuo territorio. Poco importa se tu gli hai dato il permesso: la cosa ti fa arrabbiare, poco o tanto, a seconda di quanto importante sia l'invasione.
Questo da un lato crea una perenne insoddisfazione tua perché hai sempre qualche estraneo in casa tua che la fa da padrone, dall'altro crea, ovviamente, dei conflitti tra te e l'ospite-padrone.
Conflitti aperti o rancori sordi, che rovinano la vita ed i rapporti con chi ci sta intorno: tutto perché, spesso non siamo capaci di dire di no.
Per cominciare a dire di no senza paura di essere trattato da "stronzo", come si suol dire, puoi leggertiidue e-book molto istruttivi scritti da una donna esperta in Counseling, Vittoria Nervi.
Il primo insegna a mettere i paletti intorno a noi per salvare il nostro spazio vitale e si chiama: "Basta i piedi in testa".
Il sottotitolo, molto esplicito è "L'arte e la Strategia di difendere i tuoi Confini Personali", quindi una battaglia a tutto campo per riprenderti tutto ciò che è tuo: dalla tua casa alla tua salute, dal tuo lavoro alle tue soddisfazioni.
Fino alle tue responsabilità.
Il secondo e-book insegna a comprendere e risolvere i conflitti che, inevitabilmente, nascono, soprattutto quando siamo insoddisfatti di noi stessi: "Imparare a gestire i conflitti".
Con questo e-book regalano un altro e-book che parla proprio, guarda caso, di autostima: Autostima: Vuoi Sapere dov'e'?
Scaricalo e leggilo con cura.
Perciò ricorda: io sono grande abbastanza da essere responsabile di me stesso.
Qualunque sia la mia età le responsabilità che ho davanti sono comunque proporzionali alle mie capacità.
Quindi sono responsabile di tutto ciò che faccio e di tutto ciò che non faccio: anche quando delego qualcun altro ho comunque deciso di non decidere.
Allora se sono responsabile della mia vita, nel bene e nel male, è anche giusto che sia io a detenere il potere.
Questo è il primo passo, il più importante, perchè se non si ha il potere non si è nulla.
Poco importa se qualcosa non va bene, se qualcosa va male: se non provi a fare comunque non ottieni nulla. Se provi, prima o poi raggiungi il tuo obiettivo.
Se lasci che siano gli altri a decidere, il tuo obiettivo non lo raggiungerai mai, il tuo sogno non si realizzerà: al massimo raggiungerai l'obiettivo di qualcun altro, vedrai qualcun altro vivere il suo sogno.
Perciò ora, subito, (non dopo, o .. domani), prendi in mano il tuo potere e comincia ad esercitarti ad usarlo.
Comincia con obiettivi piccoli, facili da raggiungere, per convincere il tuo subconscio che, in fondo, non sei così male.
Un obiettivo può essere fare qualcosa che ti eri proposto di fare e non hai mai trovato il tempo per fare, oppure di farti quel regalino che hai visto in vetrina e su cui hai lasciato il cuore.
Ricordati che anche tu meriti un premio ogni tanto: fattelo quando raggiungi un obiettivo che per te è importante.
Fattelo quando pensi di meritartelo.
Fattelo quando ne hai voglia. Festeggia ogni tanto, anche solo con una pizza.
Ricordati che tu vali. Tu meriti. Tu sei un essere meraviglioso.
Anzi, scrivi su un foglio 10 motivi per cui sei un essere meraviglioso e ripetili 2 o 3 volte al giorno a voce alta.
Perché tu sei proprio così ed è bene che tu lo sappia.
Tra l'altro è un esercizio che ti fa veramente star meglio e ti aiuta ad essere più forte e deciso.
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