Dr Umberto Montecorboli
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Con il termine "terapia" si intendono tutte le misure che vengono intraprese per la cura, la prevenzione o l'alleviamento di una malattia. Mentre la terapia specifica tende alla cura della malattia nel modo più preciso possibile, la terapia aspecifica si serve di misure terapeutiche generali.
La terapia causale e rivolta alle cause della malattia (ad esempio germi patogeni) e fa uso di antibiotici. La terapia sintomatica, come anche in parte la terapia palliativa, si rivolge solo verso determinati sintomi della malattia quale ad esempio il dolore.
Sulla base di precisi concetti di patofisiologia delle infezioni, nel 1889 Vuillemin sviluppò il concetto di terapia antibiotica. Antibiosi significa inibizione dello sviluppo o distruzione e fu inizialmente sperimentata sui microorganismi. Il suo contrario sono il parassitismo e la simbiosi.
E’ noto che il corpo umano per la sua esistenza vitale dipende da un numero di simbionti che si trovano sulla pelle e nel tratto gastrointestinale. Dopo la scoperta della penicillina da parte di Fleming nel 1928 e la sua introduzione nella terapia, da parte di Florey e Chaine nel 1940, fu possibile uccidere microorganismi patogeni specifici che si trovavano sul corpo o all'interno del corpo (azione battericida) e impedirne la crescita (azione batteriostatica). L'uso diffuso di antibiotici nei primi decenni dopo la loro scoperta, porta lentamente allo sviluppo di agenti patogeni resistenti, con conseguente riduzione dell'efficacia della terapia. Si dovettero perciò aumentare le dosi o impiegare altri antibiotici andando incontro cosi ad una serie di effetti collaterali. Il trattamento della tubercolosi con di-idrostreptomicina o streptomicina portò ad esempio
ad intossicazioni del sistema di regolazione dell'orecchio interno con conseguenti vertigini e sordità.
La farmacoterapia con sostanze chimiche che si basa su modelli di malattia strettamente patofisiologici, fu definita da Hahnemann, partendo da concetti di Galeno, come approccio allopatico. Secondo Hahnemann ciò significava trattare il paziente con farmaci che possono indurre nella persona sana sintomi contrari alla malattia, anche nel decorso verso la guarigione.
Sulla base di queste osservazioni, Samuel Hahnemann nel 1810 introdusse 1'omeopatia, disciplina che è oggi ampiamente utilizzata in molti paesi del mondo.
Il metodo terapeutico dell'omeopatia si basa essenzialmente su due principi.
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OMEOPATIA:
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Principio del simile:
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Scelta del farmaco in base alla somiglianza del suo spettro di azione con i sintomi soggettivi o oggettivi della malattia.
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Principio delle diluizioni:
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a) Basse potenze b) Alte potenze c ) Complessi
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Il primo è il principio del simile. In accordo con la massima di Hahnemann "similia a similibus curantur", i medicinali vengono scelti in base al la somiglianza della loro azione con i sintomi, oggettivi e soggettivi, della malattia.
Il cosiddetto quadro del rimedio fu stabilito da Hahnemann e dai suoi successori in seguito ad osservazioni sulla tossicologia del medicinale sulla persona sana e sugli animali.
La sostanza da analizzare veniva somministrata ai componenti di una popolazione di pazienti in dosaggi crescenti e tutti i sintomi soggettivi ed oggettivi (sintomi clinici) venivano registrati. Il medicinale veniva valutato a seconda degli organi su cui agiva, considerando soprattutto i sintomi principali e le modalità. D'altronde già Hufeland aveva riconosciuto nell'organotropia e nella caratteristica stimolazione terapeutica l'essenza dell'effetto di un farmaco.
Il secondo principio dell'omeopatia e la terapia di stimolazione organo-specifica. I medicinali omeopatici da somministrare devono essere preparati in diluizioni graduali e in questo senso svolgono un ruolo particolarmente importante le diluizioni decimali che si ottengono da tinture madri di piante o animali diluite secondo il metodo dei "flaconi multipli". D1 indica una diluizione 1: 10;
D2 una diluizione 1:100 e D3 una diluizione 1:1000.
Vengono predisposti sia medicinali ad un solo componente, sia medicinali complessi o composti, ottenuti dall'associazione di più rimedi a varie diluizioni.
Le materie prime insolubili sono diluite inizialmente tramite triturazione e predisposte spesso in forme solide.
Nel concetto omeopatico di Hahnemann vi e il nucleo della terapia medica probiotica. La terapia probiotica stimola e sostiene il ritmo vitale naturale dell'organismo ed evita di agire contro i meccanismi fisiologici distruggendo organismi esterni (antibiotici) o neutralizzando singole cellule organizzate (terapia citostatica).
Una terapia olistica e probiotica richiede il trattamento di una condizione patologica nel modo pio ampio possibile con varie misure che possono essere utilizzate in modo successivo.
MEDICINA OLISTICA:
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Medicina olistica è attuare una interazione terapeutica~cibernetica tra varie metodologie, quali:
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1 - Auto-aiuto. Motivazione.
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2 - Nutrizionismo. Dieta
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3 - Fisioterapia
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4 - Agopuntura. Neuralterapia.
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5 – Omeopatia
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6 - Omotossicologia
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7 - Farmacoterapia di sostituzione
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8 - Allopatia
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9 - Chirurgia di correzione
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Esse includono, tra l'altro, l'incremento della voglia di vivere ed il sostegno della motivazione del paziente mediante il rapporto medico-paziente.
Semplici esercizi di rilassamento, igiene, dieta e con regolare apporto di liquidi, sono necessari quanto il trattamento del dolore e l'induzione del riposo e dell'equilibrio psichico.
Nelle malattie localizzate o negli stati post-traumatici, il riposo favorisce inizialmente l'apporto di nutrimento ed ossigeno ai tessuti danneggiati. Inoltre diminuisce la formazione di sostanze tossiche per il metabolismo. Con il riposo, la guarigione sopraggiunge più in fretta. Dopo la degenerazione o l'occlusione vascolare, ad esempio, i meccanismi di compensazione creano un sistema circolatorio collaterale. Il riposo serve anche ad evitare il movimento dei tessuti o degli organi danneggiati che potrebbero altrimenti vedere aumentato il dolore. Il medico deve tuttavia saper decidere quanto deve durare il riposo del paziente. Infatti, l'effetto inizialmente positivo del riposo nel caso di una malattia acuta, può portare al risultato opposto se il drenaggio delle vie respiratorie o delle vie urinarie non funziona più correttamente. Inoltre può subentrare una stasi venosa con il pericolo di embolia, sulla pelle si formano piaghe da decubito, membra e giunture diventano più rigide la muscolatura degenera.
Per questo motivo e necessario che alla fase di riposo si alterni una fase attiva di terapia e di supporto secondo un ritmo probiotico positivo. Molte malattie acute e croniche sono necessariamente seguite da una fase di riabilitazione fisioterapeutica che deve essere sostenuta da un'attivazione delle facoltà sensorie e mentali.
Dieta, secondo la definizione originaria greca, significa organizzazione dei cibi per la struttura della vita.
Essa ha un ruolo particolarmente importante nella terapia di molte malattie; si differenzia dalla normale nutrizione in quanto inibisce sul metabolismo e ha un effetto profilattico o terapeutico. Attualmente vengono utilizzate numerose forme di dieta per malattie metaboliche, malattie cardiocircolatorie, nefropatie, sovrappeso e sottopeso.
Il medico deve considerare la qualità della vita del paziente, perciò deve occuparsi anche dell'alimentazione e dell'assunzione di liquidi.
L'agopuntura viene utilizzata allo scopo di produrre una stimolazione selettiva con finalità rigenerative. Questo metodo si basa sul principio della polarità, nel corpo umano, tra il principio di tensione (Yang) e quello di rilassamento (Yin). Si tratta di una speciale forma di terapia segmentale attraverso la stimolazione cutanea. Sui cosiddetti meridiani (linee che corrono dalle dita delle mani alle dita dei piedi e viceversa) sono stati individuati 780 punti che diventano sensibili alla pressione nel caso di malattia.
A seconda del tipo di malattia e dell'organo su cui si sviluppa, vengono inseriti sottili aghi in punti precisi, allo scopo di compensare le disfunzioni. Non solo in Asia orientale, ma anche in Europa, l’agopuntura ha sempre più importanza come supporto per la regolazione dell'organismo.
La neuralterapia segmentale di F. Huneke (1925) si basa sugli studi di patologia neurale di Speransky e si effettua mediante iniezioni intracutanee, intramuscolari, endovenose, intra-arteriali, periarticolari e perineurali di soluzioni di procaina, carbonato di sodio ed altre sostanze.
Il risultante sblocco del campo di disturbo crea le condizioni per attivare la naturale tendenza all'autoguarigione. Ferdinand Huneke osservò la scomparsa immediata del dolore e dei sintomi subito dopo l'iniezione di novocaina o sostanze simili in un campo di disturbo neurale, con un'azione che si protraeva per almeno 8 ore: il cosiddetto "fenomeno istantaneo". Questo fenomeno e utilizzabile in caso di focolai tonsillari, dentali e cicatriziali nelle radici dentali o nel tessuto cicatriziale.
Poiché numerose malattie hanno origine dalle tossine endogene o esogene del corpo, sono spesso necessarie misure aggiuntive per stimolare l'auto-disintossicazione dell'organismo. Proprio in questo contesto l'omotossicologia continua a guadagnare sempre più considerazione.
Un altro tipo di terapia olistica è la farmacoterapia di sostituzione. Prendiamo ad esempio la terapia del diabete insulino-dipendente. La disregolazione della glicemia deve essere curata con un costante apporto di insulina, che controlla il livello di zuccheri nel sangue, con misure dietetiche ed uno stile di vita controllato. Lo stesso vale per la terapia farmacologica dell'insufficienza cardiaca o dell'ipertensione.
Sulla base dei rapporti fisico-chimici di causa ed effetto, vengono attualmente utilizzati numerosi medicinali allopatici, allo scopo di raggiungere effetti localizzati nella soppressione delle infiammazioni, degli edemi, nella regolazione della coagulazione del sangue ecc.
Poiché si tratta di modelli particolari di terapia, spesso si manifestano effetti collaterali che i medici definiscono "indesiderati". Il medico deve quindi valutare vantaggi e svantaggi dal punto di vista olistico, globalmente. Perciò in caso di gravi complicazioni durante una tubercolosi, ad esempio una meningoencefalite, il medico approverà l'assunzione di elevate dosi di streptomicina, perché in questo modo preserverà la vita già gravemente minacciata del paziente, sebbene sia consapevole che ciò potrebbe danneggiare irreparabilmente l'orecchio interno. con il risultato che il paziente potrà essere perennemente soggetto a vertigini e a danni dell'udito.
Poiché la conoscenza degli effetti collaterali dei medicinali aumenta costantemente e l’aumento dell'età media dei pazienti si accompagna ad una crescente "multi-morbilità" che rende necessaria una terapia multiparametrica, il concetto di medicina olistica sta guadagnando sempre più importanza.
Le misure terapeutiche dovrebbero quindi creare il minor numero di effetti collaterali possibili dell'organismo già danneggiato e allo stesso tempo dovrebbero raggiungere un grado ottimale di guarigione o di alleviamento dei sintomi.
Consideriamo infine che anche le misure di chirurgia correttiva, quale ad esempio la chirurgia con bypass in seguito all'occlusione di vasi vitali, fanno parte della terapia olistica.
La medicina probiotica mira a forme di terapia che promuovono la restituzione, la compensazione e la sostituzione a sostegno dei processi vitali.
I processi vitali fondamentali dipendono non solo dai processi fisici e chimici ma anche dai ritmi biologici tempo-dipendenti. La medicina olistica probiotica deve favorire l'autoregolazione locale e globale, in modo tale che l'organismo venga ricondotto verso lo stato di salute.