Medicina alternativa o medicina integrata?
Vedere con occhi che vedono (Galileo)
Quella di "medicina alternativa" è una definizione che non mi piace e che ritengo errata e riduttiva, preferisco definirla "MEDICINA COMPLEMENTARE", poiché l’uso di un tipo di prassi medica non esclude gli altri: ritengo che si debba cercare di unire, quindi di integrare, piuttosto che dividere.
La "medicina ufficiale" o accademica, quella praticata in ospedale, per intendersi, si vanta del titolo di scientificità.
Tutte le altre medicine sono empiriche, cioè testate sul malato, selezionando, nel tempo e con l'esperienza, ciò che funziona e scartando ciò che non funziona.
Anche questo è scientifico.
Per la fisica attuale è scientifico:
quello che si può dimostrare con esperimenti ripetibili;
quello che, pur non potendosi dimostrare, non contraddice nessuna legge fisica dimostrata;
quel che è accaduto almeno una volta.
In base a questi principi sono scientifici i "Buchi neri" dello spazio, anche se nessuno li ha dimostrati e, probabilmente nessuno li potrà mai dimostrare, ma sono scientifici anche i miracoli di Lourdes, perché sono accaduti, e più di una volta.
Quindi dire che non sono scientifiche un'Agopuntura, che funziona da 3.000 anni, o un'Omeopatia, che basa tutto sull'esperimento dell'induzione di sintomi sul soggetto sano e sulla risposta terapeutica sugli stessi sintomi nel soggetto malato, vuol dire voler screditare "l'avversario" per paura del confronto, per ignoranza o per difendere certi interessi che, con la Medicina, quella con la M maiuscola, non hanno nulla a che vedere.
Sulla scientificità della medicina accademica ho qualche dubbio, soprattutto se riguardo i testi di medicina sui quali mi sono laureato più di 30 anni fa: se usassi quelle metodiche e quei farmaci andrei in galera subito.
Ma non era scientifico?
Quanti farmaci in voga 10 anni fa ora non sono più in commercio perché inefficaci o pericolosi?
Ma non erano stati scientificamente testati?
Non erano stati approvati e messi in commercio dopo accurati studi scientifici?
Non c'è dubbio che la medicina accademica è necessaria ed insostituibile in tutte le patologie acute, come è necessaria la chirurgia, ma in molte patologie croniche può dare, spesso, solo un sollievo sintomatologico. Il che non è affatto inutile, ma non è risolutivo.
Se ho il mal di schiena posso prendere il "Voltaren" e contemporaneamente farmi fare l’agopuntura.
Quindi la "MEDICINA" è una sola, ma molti sono i punti di vista dai quali si può valutare il malato e la malattia.
Di veramente alternativo, rispetto alla medicina ufficiale, c’è un concetto basilare:
la medicina ufficiale cura le malattie,
la maggior parte delle "altre medicine", cercano di riportare l’individuo in uno stato di benessere.
Il benessere è molto più di una "assenza di malattia", è anche vivere pienamente la propria vita, integrarsi nel proprio ambiente e sentirsi sicuri e soddisfatti nei propri bisogni.
La "malattia" è un insieme di disturbi che tendono a comparire insieme ed ai quali, pertanto, viene dato un nome collettivo: il nome della malattia (bronchite, o cistite ad esempio).
Questi segni, messi tutti insieme, vengono definiti "sintomi", che in greco vuol proprio dire "metto insieme".
A volte il disturbo è isolato e non riveste particolare importanza clinica, cioè non è segno di qualcosa di grave, pertanto si cerca di eliminarlo perché scomodo.
Un mal di testa, ad esempio, è spesso un disturbo isolato, ricorrente e particolarmente fastidioso, ma raramente, molto raramente, è un segno di una lesione cerebrale, come possono essere una emorragia, una ischemia o un tumore.
Quindi il medico di famiglia vede e cura con i farmaci una serie di segni e di sintomi, cercando di farli scomparire.
IL MAL DI SCHIENA