DISCORSO SUI MASSIMI SISTEMI
sfruttato per piccole cose
dr Maurizio Andorlini
Tema della mia chiacchierata avrebbe dovuto essere la diagnosi delle disfunzioni dell’ATM (Articolazione Temporo Mandibolare).
Cercando materiale recente, ho cominciato a "navigare" in Internet, curiosando in giro per il mondo per sapere che cosa ne pensavano i vari ricercatori sulla eziologia delle disfunzioni temporo mandibolari.
Mi ha subito colpito una differenza tra le statistiche U.S.A. e quelle europee: secondo gli americani il 90% dei problemi dell’ATM è legato ad un trauma, diretto o indiretto, secondo gli europei tale percentuale scende dal 7% al 30% (a seconda se il trauma è causa efficiente della lesione o concausa).
Poiché tra europei ed americani non ci sono differenze genetiche, strutturali, funzionali o comportamentali l’unica possibile spiegazione di tale differenza poteva essere nella diversa interpretazione e nella diversa lettura degli stessi fatti.
Penso che questo possa essere un argomento interessante da trattare, anche se meno specifico e meno tecnico.
Perché può succedere che, guardando uno stesso soggetto, una persona vede una cosa ed un’altra persona ne vede una diversa? Perché dello stesso fatto viene data una interpretazione diversa a seconda di chi lo esamina: perché, come si suol dire, ognuno vede quel che si aspetta di vedere.
Anzi ne approfitto per fare una chiacchierara a volo di rondine, senza pretese scientifiche né di completezza, sul nostro modo di vedere e di "accettare" le cose.
Nel 16° secolo in Inghilterra visse un certo Isaac Newton, appassionato di matematica e di mele.
Osservando le fasi di maturazione delle mele constatò che, ad un certo punto, cadevano dall’albero, che cadevano tutte e tutte allo stesso modo.
Pensò che fossero attratte dalla terra e formulò una teoria sulla legge di gravità, per cui la terra attira le mele facendole cadere dall’albero, come attira qualunque cosa verso di se.
Estese questa teoria a tutti i corpi e disse che, nell’universo tutto tira tutto, perché tutto è materia e la materia attira l’altra materia. Era nata la teoria della gravità universale.
Newton rivoluzionò una fisica che era stata immobile per oltre 2000 anni, affermando che l’universo è formato di materia che interagisce secondo leggi fisiche, chimiche ed elettriche.
Dalle sue osservazioni nacque la fisica, detta appunto newtoniana e tutte le scienze connesse, basate sulla osservazione della materia, sugli esperimenti e sul calcolo matematico.
Secondo questi concetti un fenomeno può definirsi scientifico quando può essere riprodotto sperimentalmente e l’esperimento è accettato scientificamente quando può essere ripetuto, con le stesse modalità e con gli stessi risultati.
Una scienza sperimentale in tutto e per tutto, per la quale ciò che non si può dimostrare sperimentalmente non ha valore.
Con questi sistemi la medicina fece passi da gigante e cominciò ad usare la materia (farmaci e sostanze chimiche) o mezzi fisici ed elettrici per curare la materia del corpo e ad usare mezzi chimici e fisici per valutare lo stato di salute o di malattia.
Nei primi del ‘900 in Svizzera visse un altro scienziato: si chiamava Albert Einstein.
Disse che l’universo è formato da energia sotto varie forme di aggregazione, che anche la materia è energia e che nell’universo nulla si crea e nulla si distrugge, ciò che sembra scomparire viene trasformato in energia.
Disse che le leggi dell’energia erano tali da modificare anche lo spazio ed il tempo, perciò tutto è relativo ed è funzione della quantità di energia disponibile in quel momento.
Questa teoria, detta della relatività, è una cosa buffa secondo cui il panorama che io vedo oggi dalla finestra, non solo è diverso da quello che vedi tu dalla tua, ma è diverso anche da quello che vedi tu dalla mia e da quello che ho visto ieri io o che vedrò domani. Il che è vero, ma nessuno ci aveva fatto caso.
Einstein disse che, poiché tutto è energia e poiché anche noi siamo energia, lo sperimentatore influenza l’esperimento, fa parte dell’esperimento; ciò vuol dire che non sarà mai possibile fare due esperimenti uguali e con due risultati esattamente uguali.
Se abbiamo l’impressione che due esperimenti coincidano, ciò è dovuto solo ad una imprecisione dei mezzi di misura.
Gli scienziati hanno accolto con entusiasmo queste idee, ma, da buoni newtoniani, le hanno volute verificare.
Hanno dimostrato che la materia è effettivamente energia, trasformando in energia qualche chilo di plutonio su Nagasaki e di uranio su Hiroshima, quindi si sono dedicati a verificare anche il resto.
Giocando con gli elettroni hanno scoperto che queste particelle elettriche, che ruotano attorno all’atomo, ruotano anche intorno a se stesse, alcune in senso orario, altre in senso antiorario. Gli elettroni, quando possono, vanno a coppie e in ogni coppia uno gira in un verso, l’altro nell’altro. Sempre.
I fisici si sono allora divertiti a far invertire il senso di rotazione di un elettrone di coppia: nello stesso istante anche l’altro cambiava il senso di rotazione. Nello stesso istante, non un po' dopo.
E’ come se io sparassi ad una persona e quella morisse nel momento in cui il percussore colpisce il bossolo, prima ancora che il proiettile sia uscito dalla canna della pistola.
In pratica nel caso degli elettroni accade come se la grande quantità di energia fornita per cambiare la rotazione di un elettrone fosse sufficiente a modificare la funzione "tempo", bloccandola per un periodo sufficiente a far cambiare direzione anche all’altro, in pratica nella stessa unità di tempo.
Quindi gli scienziati hanno accettato l’idea che un grosso campo energetico, come quelli esistenti intorno ad un pianeta o ad una stella, possa modificare il tempo, rallentandolo, o lo spazio, curvandolo.
Quindi una linea retta o un piano subiscono una curvatura ogni volta che passano vicino ad un corpo celeste: maggiore è la massa del corpo, maggiore è la curvatura della retta e del piano.
Qualche tempo fa gli astrofisici hanno scoperto nello spazio dei "buchi neri", cioè delle piccole zone da cui non provengono né luce né segnali elettromagnetici.
Ritengono che siano zone in cui l’energia si è collassata e la materia è divenuta incredibilmente densa, gli elettroni si avvicinano al nucleo rendendo gli atomi piccolissimi: la Terra starebbe in una capocchia di spillo.
In queste zone l’energia gravitazionale è talmente elevata da impedire anche alla luce di uscire.
Gli scienziati pensano che se con un’astronave si riuscisse ad avvicinarsi a questi campi gravitazionali, l’astronave riceverebbe una accelerazione tale da superare la velocità della luce e tornare indietro nel tempo.
Purtroppo non abbiamo buchi neri abbastanza vicini da poter fare la prova, però tutti gli scienziati sono convinti che sia possibile.
Il ritenere scientificamente valida una teoria che non è assolutamente possibile dimostrare è alla base della nuova fisica che è detta einsteiniana.
Oggi si considera scientificamente accettabile un fenomeno che sia accaduto almeno una volta e scientificamente accettabile una teoria che non obsti con nessuna teoria provata o comunque scientificamente accettata, anche se non è possibile dimostrarne la validità sperimentalmente.
Con gli acceleratori di particelle costruiti oggi si sta dimostrando la validità delle teorie formulate dai fisici negli anni ‘50. Non si sa se e quando l’uomo sarà in grado di costruire acceleratori in grado di dimostrare le teorie degli scienziati di oggi.
Quindi una fisica basata sull’energia e non sulla materia, una scienza basata sulla capacità di ammettere i propri limiti tecnici e di riconoscere che anche l’indimostrabile può essere scientifico.
Solo la medicina "scolastica" fatica a staccarsi dalle sue basi newtoniane per entrare in questo nuovo capitolo della scienza.
Ed è quanto meno strano, visto che la medicina tradizionale si basava, in tutto il mondo, sull’uso dell’energia e sulla relatività.
Non occorre molta fantasia a mettere tra le medicine "energetiche" l’agopuntura, l’omeopatia, la pranoterapia, le cure con i suoni e con i colori, e a far rientrare nella teoria della relatività il concetto, sanissimo, che non dobbiamo prendere in considerazione la malattia, ma il malato, perché ogni paziente è diverso da ogni altro ed è diverso oggi da domani.
Gli antichi medici, i guaritori, gli stregoni, gli sciamani andavano oltre, non solo indicavano una cura personalizzata, ma davano anche indicazioni dietetiche molto precise e dicevano anche quando, dove e come curarsi, dove e come abitare per vivere bene.
C’erano, in embrione, le basi della cronobiologia e la dietologia era, in proporzione alle conoscenze scientifiche, molto più sviluppata di oggi.
C’erano anche conoscenze oggi dimenticate sul rapporto uomo-ambiente, per cui i luoghi di cura, di culto e di abitazione, andavano costruiti secondo precise norme date dai sacerdoti o dagli stregoni.
Oggi sappiamo, dalle ricerche del medico tedesco Hartmann, che la terra emette radiazioni elettromagnetiche che sono distribuite sulla sua superficie come una rete che, alle nostre latitudini forma dei quadrati di circa 2 x 2,5 metri, a direzione nord-sud ed est ovest. Il punto di incontro di queste linee viene detto nodo.
Anche le irregolarità tettoniche della crosta terrestre (fratture del terreno, faglie, giacimenti di minerali) ed i corsi d’acqua sotterranei danno emissioni elettromagnetiche anomale.
Soggiornare a lungo in una zona in cui le emissioni del suolo sono irregolari, per esempio avere il letto su un nodo di Hartmann o, peggio, in un punto in cui un nodo di Hartmann coincide con un corso d’acqua sotterraneo, può favorire l’insorgenza di malattie, fino al cancro.
Queste conoscenze erano già presenti da migliaia di anni ed i cinesi le avevano addirittura codificate con il nome di Feng Shui.
Oggi non ci preoccupiamo di queste cose che riteniamo superstizioni e non teniamo presente che per evitare gravi disturbi neuro endocrini agli astronauti, hanno dovuto mettere nelle capsule spaziali dei generatori di onde elettromagnetiche uguali a quelle emesse dalla terra.
Quindi queste radiazioni sono in pratica onde portanti di messaggi biologici che ci sono necessari per poter conservare e mantenere in efficienza il "programma vita" del nostro corpo.
I templi e le chiese in cui avvenivano, ed avvengono, guarigioni miracolose, sono tutti costruiti in zone ad altissimo potenziale elettromagnetico terrestre e sono inoltre costruiti in modo tale da esaltare l’efficienza di queste emissioni.
Purtroppo la tecnica ci ha messo a disposizione una quantità enorme di attrezzature elettriche ed elettroniche in grado di disturbare questi messaggi vitali per la nostra salute e ci distrae, colpevolmente, sulle conseguenze di un uso indiscriminato di questi mezzi.
Ma torniamo per un attimo allo scopo iniziale di questa discussione: le disfunzioni dell’ATM e la loro eziologia.
E’ accaduto a mio cognato di avere una disfunzione delle ATM con segni evidenti di squilibrio muscolare, bruxismo e dolore.
Non è guarito né con la preterapia con placche, né con i farmaci, ma solo cambiando di posizione al letto: esattamente in corrispondenza del suo cuscino era presente un nodo di Hartmann.
Non ho trovato in Internet nessuno che abbia citato questa causa di disfunzione.
Sarà una carenza di Internet?
Estratto della conferenza tenuta all’Associazione Italiana di Gnatologia,
al convengo di Stresa dell’11-12 ottobre 1996
Pubblicato sul Giornale Odonto Gnatologico, n° 14, 1997