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La porta del Walhalla
 
 
 

 

GIOCHI BESTIALI

 

Facciamo ora una prova davanti allo specchio: immagina le varie emozioni ed i vari modi di essere possibili in te stesso e negli animali e prova a rappresentarli con il tuo corpo.

Immagina un cane che ringhia e riproduci la rabbia (denti stretti a labbra tirate, occhi piccoli e pugni chiusi).

Immagina un gorilla pronto a combattere, e lancia l'urlo di Tarzan con la mascella spinta in avanti, battendoti i pugni sul petto gonfio: hai riprodotto l'immagine dell'aggressività. Sembravi Mussolini sulla terrazza di Palazzo Venezia? Non preoccuparti, passa.

Immagina di essere un gran curiosone, di quelli che si impicciano per principio dei fatti di tutti. Ti sei ritrovato con il collo teso in avanti ed il naso all'aria, le sopracciglia sollevate, il labbro inferiore tra i denti e gli orecchi che avrebbero voluto venire in avanti? Non è grave.

Immagina di essere una persona tronfia, di quelle "sono tutto io": il tuo mento è sollevato, il tuo petto è in fuori, ma la bocca è chiusa e stirata? Divertente, anche se forse ti viene in mente Hitler.

Cerca con la fantasia altre situazioni, riproducile e poi cerca tra i tuoi conoscenti qualcuno che abbia quel carattere di base e vedi se ci somiglia.

Puoi cercare tra i tuoi amici, tra i conoscenti, gli attori o i personaggi storici.

 

 GIOCHI PERICOLOSI

 

Ora facciamo un altro gioco, un po’ più difficile: mettiti davanti allo specchio senza riprodurre nulla. Guardati e basta.

Quali tracce di emozioni o di comportamenti vedi in te stesso?

Prova a farne un elenco: ti ci riconosci?

 

Vuoi fare un altro gioco? D'accordo, però questo è davvero difficile, e spesso doloroso: è il gioco del RICHIAMO.

Con il gioco precedente hai fatto un elenco di emozioni e comportamenti stereotipati possibili che possono aver lasciato tracce sul tuo corpo.

Prendili uno per volta (dolore, rabbia, curiosità ...) e prova a riprodurli di nuovo, al massimo grado, senza imitare nessuno, cercando di essere completamente te stesso, RESPIRA PROFONDAMENTE, mantieni la posizione più a lungo che puoi, accentuandola più che puoi, respirando a fondo e cercando di SENTIRE DENTRO DI TE QUEL SENTIMENTO, QUELLA EMOZIONE, anzi di entrarci tu dentro all'emozione.

Quale immagine ti viene in mente, quale episodio, quale persona, quale suono?

Perché?

Non cercare giustificazioni o risposte logiche: il corpo non parla il linguaggio della logica, parla solo quello delle emozioni. Cercale.

Se le emozioni vengono lasciale uscire: piangi, urla o picchia il materasso senza preoccuparti, soprattutto senza trattenerti.

Quando l'emozione si è esaurita smetti e riposati, vai a fare una passeggiata, rientra nel tempo presente, cerca la compagnia di qualcuno e parla di cose lievi e non di quello che è accaduto (potrai farlo domani).

Se non hai visto o sentito nulla e nessun ricordo è affiorato cerca con un altro sentimento, può darsi che la diagnosi non fosse esatta, o che l'emozione sia sepolta tanto profondamente che dovrai togliere prima le cose più leggere che la ricoprono e la proteggono.

Potrai tornarci in un secondo momento.

 

Non fare mai due "richiami" successivi se il primo è riuscito, potresti caricarti di troppe emozioni e non riuscire a scaricarle completamente e poi staresti male.

 

Se ritieni che l'emozione che vuoi richiamare sia troppo forte fai in modo che sia presente un'altra persona di cui tu abbia completa fiducia.

Questa persona deve esserti vicina, anche toccandoti con una mano, ma senza intervenire e, soprattutto senza consolarti o interromperti. Può però offrirti una spalla per piangere o abbracciarti se ne senti il bisogno.

Ma senza darti pacche sulle spalle o cercare di interrompere il tuo pianto, la tua emozione o il tuo sfogo.

Meglio ancora è trovare qualcuno esperto in terapie psico corporee, in Co-Counseling o tecniche simili che ti possa guidare con mano sicura alla scoperta di te stesso.

 

IL TUO WALHALLA

In alcune leggende nordiche, l'eroe di turno per conquistare il Walhalla, il Paradiso, doveva vincere draghi e mostri, elementi naturali e spiriti malvagi.

Ma l'ultima prova era la più terribile: doveva aprire e superare una porta di ghiaccio, liscia come vetro, che rifletteva la sua immagine.

Ma non come appariva: come era! rifletteva il vero sé dell'eroe, metteva a nudo il suo Ego, le sue paure, i suoi difetti.

Se l'eroe riusciva a guardarsi senza tremare, senza mostrare paura, la porta si apriva e lui poteva entrare.

Il Walhalla era suo.


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