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La postura, come funziona
 
 
 

LA POSTURA, QUESTA SCONOSCIUTA

La postura è il nostro modo di porci di fronte all’ambiente in cui ci troviamo, quindi dipende da tre fattori: il corpo, i programmi operativi che il cervello può usare, la psiche.

IL CORPO

Il corpo interviene a due livelli: recettoriale e strutturale.

La risposta recettoriale ci permette di sapere dove siamo noi, in che posizione rispetto alla verticale e come è fatto l’ambiente circostante in cui ci dobbiamo muovere; quindi i vari recettori ci consentono di conoscere:

  • Come è fatto l’ambiente, (vista, udito, olfatto),
  • la posizione del corpo rispetto alla verticale, (vista, apparato vestibolare, recettori podalici) 
  • la posizione relativa agli obiettivi da raggiungere o ai pericoli da evitare, (vista, udito),
  • la posizione delle varie parti del corpo tra loro, (recettori muscolari, tendinei, articolari, cutanei). 

La struttura è quella che permette il movimento: apparato muscolo scheletrico, le fasce, il connettivo. La maggiore o minore capacità di movimento e la potenza muscolare dipendono da questi fattori.

Il sistema nervoso centrale è quello che si occupa della integrazione ed elaborazione dei dati acquisiti dai vari recettori e della programmazione conseguente, in funzione dell'obiettivo da raggiungere.

Tale elaborazione viene effettuata a veri livelli:

  • Inconscio: programmi di base (es. respirare, digerire, ...), risposte involontarie di difesa e di sopravvivenza(es. ritirarsi da un pericolo, voltarsi verso qualcosa che si muove, deglutire il cibo ...)
  • subconscio: programmi automatici (es: guidare l'auto, scrivere ...)
  • conscio: programmi volontari (es: prendere un oggetto ...)

I programmi operativi di base del movimento sono molto semplici e si basano sul movimento incrociato degli arti, che non è altro che il movimento del trotto dei quadrupedi.

La loro finalità è altrettanto semplice: raggiungere la preda o sfuggire ai predatori.

L’esercizio può inserire ulteriori programmi operativi specifici che rendono più semplice l’esecuzione di attività complesse, ma sempre rispettando lo schema del trotto.

Quando questo non accade, per cattive abitudini da bambini (mancato gattonamento) e poi per motivi lavorativi, (movimenti non fisiologici ripetuti), sportivi, (movimenti non fisiologici, allenamento errato, non valutazione dei propri limiti contingenti), estetici (scarpe non fisiologiche, capi d’abbigliamento  incongrui, abitudine a portare borse etc.), e culturali, (non ci si muove in certi modi perché è sconveniente, non si fa così, si sta cosà), compaiono prima disturbi vaghi, poi patologie franche.


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