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Il giudice interiore: la nostra guida ed il nostro carceriere
 
 
 

Il giudice interiore rappresenta le figure genitoriali.
Il bimbo, appena nato, non ha strumenti per conoscere il mondo e per interagire con esso. Li costruisce, lentamente, nel corso dei primi 6-8 anni, imitando il comportamento dei "grandi", i genitori in particolare e registrando accuratamente le loro reazioni, positive o negative, ai suoi atti.
Impara che quella cosa si fa così e che in quella situazione ci si comporta in quel modo. Impara quello che si può fare e quello che non si può fare, quello che si deve fare e quello che non si deve fare, come si deve essere e come non si deve essere.
Costruisce così i suoi schemi di comportamento e pianta i paletti che delimitano i suoi confini, registrando le reazioni suscitate dalle sue azioni.
Queste registrazioni sono praticamente indelebili e continueranno a guidarlo anche da adulto, affiancate dalle registrazioni dei maestri, degli insegnanti, dei superiori, di chiunque abbia un potere ed un'autorità superiori ai suoi.
Ogni volta che ci troviamo in una situazione che ci porta fuori della nostra zona di comfort, cioè in cui ci troviamo a disagio, in cui dobbiamo decidere cosa fare in situazioni fuori dell'ordinario, le voci registrate cominciano a farsi sentire: devi fare così, devi essere così, non fare questo! Questo non è un comportamento da uomo! Una donna non farebbe mai così!
Il Giudice Interiore ha due aspetti, uno maschile (paterno), che impone o vieta, uno femminile, (materno), che manipola: "Se vuoi che ti ami devi fare così", "Se vuoi essere amato devi essere in questo modo."
Queste voci sono talmente ben strutturate che se non seguiamo i loro consigli ci sentiamo in colpa: il nostro senso di colpa ci fa star male tutte le volte che decidiamo di essere noi stessi e non nostro padre o nostra madre.
Il giudice interiore non è solo una struttura mentale: è anche una rete di tensioni nel nostro corpo, tensioni tanto più forti quanto più severo è il giudice. Quindi è una struttura psico-somatica vera e propria e condizionerà la nostra vita e la nostra crescita corporea.
Per fortuna nel periodo adolescenziale comincia a strutturarsi un'altra entità: il Super Io, il nostro "paraurti".

Il giudice interiore serve a darci delle linee guida per poter condurre una esistenza senza troppi stress. La sua funzione è essenziale, soprattutto in giovane età, poi ci serve per le azioni della vita corrente, ci permette di sapere senza fatica come comportarci in tutte le situazioni "normali".

Nelle situazioni "anomale", cioè quando ci sono dei cambiamenti nella nostra vita o nel nostro territorio, può diventare ingombrante. E' come avere sempre papà e mamma alle spalle, che ti dicono cosa fare e cosa non fare, indipendentemente, e spesso in contrasto con la tua volontà o i tuoi desideri.

Il giudice interiore non è una struttura solo psicologica, è anche una rete di tensioni nel nostro corpo: è registrato in ogni muscolo, in ogni organo, in ogni cellula.

Appena il giudice sferra il suo attacco, cominciamo a sentire un peso allo stomaco o la gola secca, oppure fatichiamo a respirare.

Dipende tutto da dove abbiamo registrato le informazioni di quel tipo di attacco.

Il punto più frequente è il diaframma: il muscolo della respirazione, che divide il torace dall'addome. I segni possono essere vari: difficoltà a respirare, stomaco chiuso o pesante, mal di schiena lombare ...

Ti è mai capitato si sentire qualcuno di questi segni quando cercavi di fare qualcosa fuori dell'ordinario? Per esempio avvicinarti a qualche persona interessante, o prendere decisioni importanti?

Il giudice può anche agire per mezzo di altre persone: tuo marito o tua moglie, per esempio. Quando ti vengono richieste cose che non vorresti fare e ti trovi combattuto tra accontentare e negare, la tua lotta non è con chi ti ha fatto la richiesta, è con il tuo giudice interiore. Mandalo al diavolo e discuti a carte scoperte con il tuo partner: non il bambino sottoposto ai genitori, ma l'adulto alla pari con un altro adulto.

Per fortuna nel periodo adolescenziale comincia a strutturarsi un'altra entità: il Super Io, il nostro "paraurti".

 

 

 

CONTINUA: IL SUPER IO

 

 

 

 

 

 


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