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Le Omeopatie
 
 
 

Parlare di Omeopatia è parlare di un mondo, di un modo di vedere diverso, di una diversa modalità di analisi e di sintesi. Secondo gli insegnamenti di Hahnemann l'insieme dei sintomi di un paziente è solo l'espressione ultima di una serie di alterazioni psico-fisiche dovute ad agenti esterni infettivi, che lui chiama miasmi, non essendo ancora stati scoperti i microbi, e tali alterazioni possono essere curate creando nell'organismo una sintomatologia simile per mezzo di un farmaco. Questo per il noto concetto che due malattie simili non possono coesistere.

I farmaci vengono scelti in base ai sintomi che sono in grado di provocare in un volontario sano: praticamente un testo di tossicologia può essere usato come testo di Omeopatia.

Per evitare l'effetto tossico di queste sostanze queste vendono diluite e dinamizzate, cioè agitate, perché mantengano l'efficacia non ostante la diluizione. Si dice che vengono Omeopatizzate. In assenza della dinamizzazione l'aumento della diluizione causa la diminuzione dell'efficacia.

Anche i farmaci allopatici, ad esempio la nimesulide, il noto Aulin, diluita una busta in 1/2 litro di acqua ed agitata, presa a piccoli sorsi nel corso della giornata, agitando ogni volta la bottiglia, e tenuta un po' in bocca prima di essere deglutita, ha un effetto molto superiore con meno effetti collaterali: una busta dinamizzata fa quanto 4 o 5 prese in modo normale.

Tranne rari casi di malattie acute, in cui tutti i pazienti mostrano sintomi simili e perciò vengono curate con farmaci simili, nella maggioranza delle malattie, soprattutto croniche, i sintomi sono strettamente legati alla risposta individuale del paziente, quindi la terapia non può essere la stessa in tutti i soggetti. Per esempio, un soggetto che ha disturbi di stomaco da molto tempo per la medicina accademica ha una gastrite, per l'omeopatia ha disturbi che possono essere riconducibili ad un farmaco, che potrebbe essere Baryta carbonica, Antimonium crudum, Calcarea carbonica, o qualche altra decina di farmaci, scelti in base ai disturbi di stomaco, alla modalità di insorgenza, alla reattività psicologica ed ai sintomi concomitanti in altri distretti.

Questa modalità di prescrizione prevede un solo farmaco alla volta: ogni volta quello più simile. E' la cosiddetta Omeopatia Unicista.

Ma fin dai tempi di Hahnemann alcuni medici, anche suoi allievi, cominciarono ad apportare modifiche alle modalità previste nella diagnosi e nella prescrizione, privilegiando alcuni sintomi rispetto ad altri. Altre differenze possiamo trovarle nella diluizione (bassa o alta) e nella dinamizzazione dei farmaci: alcuni usano potenze decimali, altri centesimali, altre cinquantamillesimali, poi ci sono le Korsakoviane.

Altre differenze sono nella somministrazione del farmco: per Hahnemann il farmaco va somministrato alla più bassa dose possibile e somministrato nuovamente solo quando ricompaiono i sintomi, cioè quando ha finito l'effetto. Oggi si vedono normalmente farmaci somministrati giornalmente, o anche più volte al dì, secondo lo schema dei farmaci allopatici. Questo può essere accettabile, in alcuni casi acuti o per diluizioni cinquantamillesimali, la cui durata d'azione è abbastanza breve.

Altri medici hanno inserito farmaci nuovi, come i Nosodi, prodotti di derivazione biologica, prescritti secondo modalità diverse da quelle classiche.

Altri ancora hanno cominciato a prescrivere più farmcaci contemporaneamente, Omeopatia Pluralista, per riuscire a coprire l'insieme dei sintomi del paziente.

La differenza più grossa, però, è nella visione d'insieme del paziente, un po' come nella medicina scolastica, da un lato ci sono medici che tendono ad attribuire le malattie a cause esterne, microbi, virus, tossine ..., altri che privilegiano il terreno, cioè la situazione di base del paziente: il suo stato psicologico, il suo ambiente, la sua reattività.

Ad esempio la scuola latino americana, con i maestri Masi Elizalde, Paschero ed altri, seguendo le orme di Kent, priviliegiano l'aspetto, diciamo così, psicosomatico: ogni azione del corpo è sempre preceduta dal pensiero, non esiste azione senza pensiero. Anche nel caso delle malattie infettive la suscettibilità all'infezione è legata alla risposta psico - neuro - endocrina dell'organismo in toto.

Le più recenti richerche in campo immunologico confermano che i mediatori chimici dei globuli bianchi, incaricati della difesa immunologica, sono gli stessi che il cervello usa per determinare la reattività dell'organismo da un punto di vista psicologico.

Ma la grossa scissione nell'ambito dell'Omeopatia è avvenuta a metà del '900, quando il dr Reckeweg creò una serie di farmaci contenenti molti principi attivi, da somministrare in base alla diagnostica scolastica: stessa malattia, stesso farmaco.

Reckeweg rispolverò anche una teoria molto in voga ai tempi di Hahnemann, dimenticata dalla medicina scolastica e trascurata dallo stesso Hahnemann: la necessità di depurare l'organismo dalle tossine endogene ed esogene presenti nei tessuti per permettere un corretto metabolismo ed una corretta risposta di guarigione.

Era nata l'Omotossicologia.

Un modo diverso di usare farmaci diluiti ed omeopatizzati, più semplice per la mentalità del medico generico, più maneggevole, che dà spesso risultati brillanti, anche se, nelle patologie croniche, non è incisiva come l'Omeopatia classica unicista.

Negli anni '60 - '70 la biologia molecolare cominciò a produrre in laboratorio i mediatori chimici usati dai globuli bianchi nei processi di difesa immunologica sia contro i microbi che contro le cellule alterate, come quelle del cancro.

Tali sostanze, dette citochine, furono subito testate nella cura dei tumori, (ad esempio il Tumor Necrosis Factor - TNF, o l'Interferone - INF). I dosaggi usati furono molto alti, secondo il concetto dell'efficacia dipendente dalla dose. E gli effetti collaterali furono altrettanto devastanti.

Un oncologo belga, il dr Jenaer, provò a diminuire le dosi secondo modalità omeopatiche, fino a portarle a diluizioni simili a quelle in cui quelle sostanze sono presenti nell'organismo: l'efficacia era mantenuta e la tossicità era scomparsa.

Era nata l'Immunoterapia a dosi infinitesimali, cui è seguita una serie di terapie omeopatiche che fanno uso di mediatori chimici vari, tra cui le citochine e altre sostanze con funzioni metaboliche o di controllo immunologico: la Immuno Omeopatia.

 

 

 

 

 

 


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