Home Corsi Contatti
I nostri argomenti  
 
Il tuo nome
La tua Email
 



Postura Naturale
Noi siamo Uno
Odontoiatria Naturale
Medicina Naturale
Intolleranze alimentari
Kinesiologia Applicata
Omeopatia
Immuno Omeopatia
Medicina Funzionale
Crescita personale
Medicine manipolative
Radiestesia
Il salotto delle chiacchiere
Chi sono
Disclaimer
Gioie e dolori: le due facce della medaglia
 
 
 

SONO CONTRARIO, ANZI A FAVORE!

 

 Maurizio Andorlini

 "Vi et mente"

 Con la forza e con la mente
(motto di Minerva)

 
Ho cercato invano un titolo per un articolo dedicato alla mia visione della psicologia che dovrebbe valorizzare ciò che è positivo anziché andare a sondare ciò che è negativo.

Desidero chiarire subito che non voglio dare il via ad una nuova scuola psicologica o psicoterapeutica, sono fin troppe quelle presenti sul mercato e poi, ma non è un problema secondario, io non sono psicoterapeuta e non faccio psicoterapia.

Nello scritto userò il termine psicoterapia per indicare sia le terapie analitiche sia le altre (dalla Gestalt alla Body - Psycho Therapy), tanto non cambia nulla ai fini della trattazione.

La lunga frequentazione degli ambienti psicoterapeutici (da una parte e dall’altra della barricata, spesso da semplice fornitore/osservatore) mi ha permesso di constatare che, qualunque fosse l’approccio del terapeuta, non si ha alcun risultato positivo se il cliente non fa un salto di qualità: si accetta così come è.

Allora avviene il miracolo.

Ma andiamo con ordine.

Noi siamo un puzzle di esperienze positive e negative.

Quando si va dallo psicoterapeuta ci si sente chiedere "Bene, mi dica quali sono i problemi che l’hanno spinta qui.". E si comincia a scavare negli "errori", nei "traumi" e nelle "ferite" del passato, alla caccia del primum movens di tutti i guai odierni.

Qualcuno, malignamente, ha affermato che fare analisi è un po’ come scavare in un letamaio: più si va a fondo e più puzza, e soprattutto, più si scava e più sudicio viene fuori. Non so se è vero, ma mi chiedo se sia utile andare a cercare gli errori di comportamento nostri e quelli che gli altri hanno fatto nei nostri confronti e che, presumibilmente, ci inducono a comportamenti errati oggi.

Le esperienze negative, soprattutto infantili, sono viste a priori come patogene.

Chi l’ha detto? E, soprattutto, chi l’ha dimostrato?

Se ciò fosse vero gli psicoterapeuti non dovrebbero avere, tra i loro clienti, neanche un figlio unico di genitori anziani (amato, desiderato, protetto, coccolato), mentre dovrebbero avere tantissimi ex bambini di strada, provenienti dai bassi di tutte le città.

Da che mondo è mondo le esperienze dell’infanzia (buone e cattive) servono a temprarsi per il futuro: meglio prendere una fregatura piccola da piccoli che una grande da grandi. E’ così negli uomini e negli animali.

E le esperienze positive, le gioie, gli amori? Che fine hanno fatto?

Possibile che poche esperienze negative siano sufficienti ad inficiare una intera vita di serenità?

CONTINUA: Yin e Yang

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


By Centro Informatica