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Google condannato: ai posteri l'ardua sentenza

E' di ieri, 24 febbraio 2010, la notizia della condanna dei vertici di Google Italia per violazione della legge sulla privacy, perché alcuni utilizzatori del motore di ricerca avevano inserito un filmato a dir poco squallido.
Io sono un dentista e non ho, culturalmente, la raffinatezza bizantina di un giurista, quindi le mie parole valgono come opinione personale e non hanno pretese di verità.
Il fatto, dal mio punto di vista, si presta a due diversi livelli di interpretazione sulla sentenza in sé, sui suoi significati e sulle sue implicazioni successive.

Ho troppa fiducia nell'ordine giudiziario per poter presumere che la sentenza sia stata dettata dal desiderio di notorietà, dal volere un giorno di gloria, da sfruttare se del caso, in futuro per aprire le porte della politica. Pertanto non prendo neanche in considerazione l'ipotesi.

Prima considerazione

La sentenza, di cui non conosco il dispositivo, riversa sui vertici di Google una responsabilità di cui, francamente non capisco come avrebbero potuto farsi carico.
Quando un utente firma il contratto per avere uno spazio in Internet accetta di rispettare tutte le leggi vigenti nel codice civile e penale: se le viola ed il gestore se ne accorge, il suo spazio viene cancellato.
E non vedo francamente che altro potrebbe fare.
I giudici, con la loro sentenza, aprono una strada molto interessante e ricca di sviluppi successivi possibili.
Immagina di avere un immobile libero e di affittarlo ad una famiglia qualunque. Un giorno il marito, in un raptus di follia uccide la moglie e tu vieni condannato per omicidio o, quanto meno, per concorso in omicidio.
La cosa mi sembra ovvia: la casa è tua e tu l'hai affittata.
Ma possiamo anche prevedere cose più interessanti: in caso di rapina in banca si arrestano i vertici dell'istituto di credito.
E' anche più facile e meno pericoloso che andare a cercare i rapinatori.
E quando il sistema entrerà a regime correttamente si potrà prevedere  che ogni volta che in Italia si commetterà un reato si manderà in galera il Presidente della Repubblica.
E' il minimo che si possa fare: vuoi che il Presidente della Repubblica non sapesse che in Italia, prima o poi, qualcuno avrebbe ammazzato, rapinato, rubato, spacciato droga, truffato etc etc
Perciò la sua responsabilità è palese.
Se un soldato tradisce si fucila il Capo di Stato Maggiore, e se un marocchino vende falsi Vuitton si chiede l'estradizione del Re del Marocco.
Appena mi arriva un bambino col mal di denti toglierò i denti al papà e, se non basta, anche alla mamma.
Se il mal di denti del bimbo non passa, provvederò con i nonni.
e se non basta ancora lo manderò a Milano, da quel giudice, che sicuramente saprà dirmi a chi altro devo togliere denti.
Ma forse sarà tutto spiegato chiaramente nel dispositivo che, ne sono certo, entrerà a far parte integrante delle linee guida per la cura di tutte le malattie.

Seconda considerazione

Il filmato originale lo hanno visto qualche centinaio di persone che non avevano niente di meglio da fare, e se lo sono andato a cercare. Lo stesso filmato, trasmesso in continuazione da tutte le televisioni, e sicuramente non solo in Italia, lo hanno visto centinaia di miloni di utenti che non avevano nessuna voglia di vederlo.
Se è andato in onda è stato per merito della sentenza, quindi io ci vedo una responsabilità oggettiva dei giudici che l'hanno emessa.
Io li manderei in galera, assieme, ovviamente, ai vertici di tutte le emittenti televisive che lo hanno trasmesso.
Dura lex, sed lex.


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