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UNA ESPLORAZIONE: TRAGER ED INTIMITÀ
Garrett Henley



Garrett Henley (Whitehorse, Yukon, Canada)

Da Newsletter Primavera 1995

Ho ricevuto una lettera da una persona cui detti recentemente una sessione di Trager. Rispondendole ho capito che poteva essere importante per la comunità Trager ascoltare le sue esperienze e fornire una opportunità di dialogo in un'area  in cui ci sono tante divergenze di opinioni. Con l'autorizzazione della cliente questo articolo riassume le sue esperienze, la mia risposta e altri pensieri e sensazioni che io ho avuto da allora.
Nella sua lettera la mia cliente disse che alcune ore dopo la sessione ebbe una forte percezione della sua energia sessuale. Essa era veramente stupita che ciò accadesse, in parte perché non aveva mai ricevuto lavoro corporeo. Si chiedeva se la sua esperienza in tal senso fosse insolita. Perciò, dato che era aperta ad imparare, voleva sentire ogni altra idea  io avessi su come o perché una sessione di lavoro corporeo (Trager) potesse creare una tale risposta. 
La mia sensazione iniziale, ricevendo la sua lettera, ed il mio commento di apertura alla mia risposta erano di ammirazione e rispetto per la sua franchezza. Pensavo che fosse stata molto coraggiosa a dividere con me questa informazione. Allo stesso modo mi sentivo un pò perplesso sul mio passo successivo. Ero cosciente, ciò non ostante, che la sua particolare esperienza era da addebitare  a quello che io credo che sia una parte fondamentale dell'efficacia del metodo Trager, e cioé l'intimità. Le sessioni Trager sono molto intime. Come praticanti di Trager noi ampliamo questa intimità attraverso l'Hook Up. Sebbene il nostro approccio sia diretto al rilassamento somatico, questo non é tutto ciò che può accadere. Il tocco del Trager, sebbene sia "leggero" nella applicazione, é un tocco profondo. La sua profondità é in contraddizione con la sua sottigliezza. L'intimità collegata, stabilita attraverso l'Hook Up, può naturalmente raggiungere altre aree vicine al somatico - emozionali e/o sessuali. Mi trovai sfidato dalla mia cliente ad esplorare e commentare ciò che la sua esperienza aveva significato per me, personalmente e come praticante. Come lavoratore sociale, con ampia esperienza di counseling, non avevo grande difficoltà con tale invito. Come bodyworker, non ostante ciò, riflettevo su come poco il mio training Trager mi avesse preparato per questa esplorazione. Con il fenomeno attuale di scoperte estensive di abusi sessuali da parte di professionisti, c'é  il desiderio da parte dei bodyworkers di diffondere il messaggio che il loro tocco non é un tocco sessuale e di prendere le distanze dal massaggio sessuale commerciale.
Così facendo i clienti possono andare con sicurezza da un bodyworker.

Io mi meraviglio, pensavo, se non c'é una specie di "ordine di bavaglio", al riguardo della conoscenza che una parte del motivo per cui il lavoro corporeo funziona é che é intimo e sensuale. Noi usiamo il "senso" del tocco per fare il nostro lavoro.

Ovviamente uno dei problemi é che la sensualità é amorfa.
Sensualità (ed intimità) possono essere percepite come calde ed amorevoli e rilassanti, e possono essere percepite in senso sessuale.
I confini sensuali/sessuali/emozionali sono indefiniti e la coscienza di dove cominci l'uno e dove cominci l'altro é altamente individuale.

Le tentazioni di superarli sono umane. Io so che nel mio modulo di training Trager ho riscontrato molto poco dialogo su questa relatà, la sua complessità e le difficoltà che ritengo che tutti incontriamo come praticanti. Nella conferenza di San Diego mi fece molto piacere ascoltare l'informazione del dr Hirsch sull'implicazione di Eros nel Trager. Brevemente appresi da lui che il Trager non poteva essere efficace senza l'aiuto di Eros, che la nostra motivazione ad applicare il tocco viene dal centro della creazione e della creatività.
Inoltre fui sollevato nel leggere nel "Bodyworker Entrepreneur" (D.Palmer, 1990) una varietà di articoli su questo argomento.

Ancora io giudico che noi (la comunità Trager e l'industria del Bodywork in generale) rifiutiamo o per lo meno abbiamo paura di parlare di questo problema.  Io so che io per lo meno posso spaventarmi.
Con la mia cliente io continuai spiegando che non pensavo che la sua esperienza fosse del tutto inusuale.
Io ritenevo, pensavo, che ci sia una considerevole differenza tra il sentire la propria sessualità mentre si riceve (o si dà) una sessione di lavoro corporeo e mentre si é  partecipi di un lavoro corporeo mirato al sesso. Per me questo problema non é legato al sentire la sessualità, ma all'attitudine individuale e alla scelta della risposta.

Mi sono gradite le risposte nella comunità Trager, con le loro storie, i loro commenti su questo articolo e/o qualunque riferimento utile possano fornire.





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