Un'infezione
pericolosa
GdO 2008;
13
Debora Bellinzani
Sono molti
ormai gli studi scientifici che hanno provato che chi soffre di diabete ha una
probabilità maggiore di sviluppare la malattia parodontale, ma ancora nessuno
aveva dimostrato che anche l’opposto può essere vero.L’impresa è riuscita a un
gruppo di ricercatori statunitensi che, analizzando i dati di un’ampia
popolazione, hanno provato che la presenza di infezione parodontale,
indipendentemente da altre condizioni, può di per sé contribuire all’insorgenza
di nuovi casi di diabete.
“Abbiamo preso in esame i dati di più di 9.000
cittadini statunitensi, 817 dei quali nel corso del tempo hanno sviluppato il
diabete” racconta Ryan Demmer, ricercatore presso il Dipartimento di
epidemiologia della Columbia University Mailman School of Public Health di New
York, negli Stati Uniti.
“Abbiamo poi seguito lo stato di salute di tutte
queste persone per 20 anni, evidenziando in particolare i dati di coloro che
mostravano la presenza della patologia orale. In questo modo abbiamo potuto
scoprire che le persone affette da malattia parodontale conclamata avevano un
rischio quasi doppio di sviluppare diabete rispetto a chi non ne era affetto o
lo era in forma molto lieve.”
Lo studio, pubblicato recentemente dalla
rivista Diabetes Care, ha preso in esame anche altri parametri come per
esempio l’età, l’uso di tabacco o condizioni come l’obesità e
l’ipertensione, ma nessuno ha modificato il risultato, provando che la presenza
di malattia parodontale è un fattore che può portare, indipendentemente dalle
condizioni concomitanti, allo sviluppo del diabete.
“Una
riprova di quanto emerso dalla ricerca è il fatto che le persone che affette da
malattia parodontale, che nel corso del tempo erano divenute edentule, non
avevano più un alto rischio di sviluppare diabete, fermandosi a un livello di
rischio che abbiamo definito intermedio” spiega ancora l’autore dello studio.
“La ragione di ciò può risiedere nel fatto che chi ha mantenuto per un
periodo un certo livello di rischio, ma poi ha rimosso la fonte di tale rischio,
ossia l’infezione parodontale, si ferma a un livello intermedio senza più
progredire come chi continua a essere affetto da parodontopatie”.
Come
suggerisce infine il ricercatore, l’individuazione del ruolo della malattia
parodontale nello sviluppo di diabete è di estrema importanza, per la diffusione
nella popolazione di entrambe le patologie, e soprattutto per la morbidità e la
mortalità associata al diabete.
“Nonostante l’importanza della dimostrazione
della relazione causale tra le due patologie, saranno necessari ulteriori e
approfonditi studi per capire come, e fino a che punto, sia possibile prevenire
il diabete curando la malattia parodontale”.