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Effetto placebo - effetto nocebo
Di Robert Dilts


Nella storia della medicina c’è una dimostrazione molto interessante del potere delle convinzioni, cioè il placebo.

L’effetto placebo implica una situazione in cui un individuo che crede di prendere una medicina riceve un prodotto finto e sta effettivamente meglio. È un campo davvero affascinante da analizzare.

Sono stato introdotto per la prima volta a questo fenomeno una dozzina di anni fa, quando stavo compiendo alcune ricerche per Grinder e Bandler, perché loro erano interessati alla commercializzazione di prodotti placebo. Volevano metterli in boccette e chiamarli PLACEBO. Volevano redigere una ricerca e stamparla semplicemente in un opuscolo che accompagnasse le boccette.

Se considerate tutte gli studi di ricerca sui placebo (e ogni medicina negli Stati Uniti deve essere testata in rapporto a un placebo), ci sono volumi su volumi di ricerche. E se approfondite tutte queste ricerche scoprirete che in media un placebo funziona bene tanto quanto la medicina vera in un terzo circa dei casi (in realtà un po’ più di un terzo). Questo mediamente. Alcuni studi mostrano infatti che il placebo funziona bene quanto la morfina in qualcosa come il 54% dei casi.

Un uomo ha persino condotto uno studio nell’altra direzione: ha preso le persone che reagivano al placebo e le persone su cui non aveva effetto e ha dato loro delle vere medicine. Ha somministrato loro medicine per il dolore come la morfina, ed è risultato che coloro che reagivano al placebo reagivano alla morfina il 95% delle volte. Gli altri reagivano alla morfina il 46% delle volte, con una differenza del 50% circa, che mostra come, in alcuni casi, anche le medicine vere richiedono le convinzioni per essere efficaci.

Si è dimostrato che i placebo avevano un effetto sulla cura del cancro. In effetti, in uno studio era stata somministrata ai pazienti della “chemioterapia placebo” e un terzo dei pazienti aveva perso i tutti capelli.

La più efficace macchina per elettroshock dello stato della California era quella che in realtà non aveva funzionato per tre anni. Davano ai pazienti un anestetico generale prima di metterli nella macchina, così i malati mentali pensavano di aver subito un elettroshock anche se non era vero. E funzionava meglio che far subire loro il vero trattamento.

Quindi, quello che Grinder e Bandler volevano fare era di pubblicare le statistiche percentuali degli effetti dei placebo per i vari sintomi; il cliente poteva scorrere la lista dei sintomi, verificare le sue possibilità, e tentare. L’etichetta della boccetta avrebbe avuto come scritta: I placebo non funzionano per tutti, ma potrebbero funzionare per te.

Naturalmente, si aspettavano un gran fragore da parte delle associazioni mediche e farmaceutiche. E nel bel mezzo della controversia avrebbero lanciato Placebo Plus: venti per cento in più di ingredienti inerti in ogni capsula.

E, in effetti, c’erano delle ricerche che mostravano che una pillolina rossa e brillante, molto costosa, aveva un effetto placebo molto superiore a quello di una pillolotta poco costosa che sa di gesso. In altre parole, le sottomodalità della medicina fanno una certa differenza.


di Robert Dilts
tratto dal libro: I livelli di pensiero




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